Rivolta a Palermo. Gli insorti rivendicano la concessione di una Costituzione e costringono le truppe borboniche ad abbandonare la città. In pochi giorni il moto insurrezionale si estende ad altre aree dell'isola e del Regno delle Due Sicilie, fino a raggiungere Napoli.
Incalzati dal divampare delle insurrezioni, i sovrani del Regno delle Due Sicilie, del Granducato di Toscana, del Regno di Sardegna e dello Stato Pontificio concedono la Costituzione.
Lo Statuto Albertino. La nuova legge fondamentale concessa dalla monarchia sabauda fissa un regime costituzionale parlamentare nel quale, come recita l'articolo 5, «al Re solo appartiene il potere esecutivo», in quanto «Capo Supremo dello Stato». Lo Statuto riconosce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, la libertà di stampa, l'inviolabilità della proprietà privata e il diritto di libera assemblea. Il cattolicesimo è «la sola Religione dello Stato», mentre gli altri culti sono «tollerati conformemente alle leggi» (art. 1). Tra marzo e giugno re Carlo Alberto emana tre decreti per la concessione di diritti civili e politici agli ebrei. Lo Statuto Albertino sarà l'unica carta costituzionale concessa nel 1848 a non essere abrogata al termine del biennio rivoluzionario. Rimarrà anzi in vigore fino alla Costituzione repubblicana del 1948.
Venezia insorge. In pochi giorni gli austriaci sono cacciati dalla città. Il 23 verrà proclamata la Repubblica, che durerà 17 mesi.
Il popolo milanese, dopo mesi di tensioni, scatena la rivolta. È la prima delle «cinque giornate » che liberano Milano dall'occupazione austriaca.
Sollevazioni a Modena e a Parma. I sovrani scappano e si formano governi provvisori.
Le truppe austriache si ritirano per riorganizzarsi nel «quadrilatero» tra Mantova, Peschiera, Verona e Legnago.
Il Piemonte dichiara guerra all'Austria. Inizia la Prima Guerra di Indipendenza.
Parma, Piacenza, Modena, Reggio, la Lombardia e la Repubblica di Venezia decidono l'annessione al Regno di Sardegna.
Colpo di stato reazionario a Napoli. Ferdinando II di Borbone scioglie il Parlamento e revoca la Costituzione.
La battaglia di Curtatone e Montanara. Lo slancio di giovani volontari, in netta inferiorità, argina l'avanzata austriaca e permette alle truppe piemontesi di ottenere il giorno successivo la vittoria di Goito.
I piemontesi vengono battuti nella battaglia di Custoza.
L'armistizio firmato a Vigevano sancisce la sconfitta del Regno di Sardegna. Solo Venezia resiste.
Proclamazione della Repubblica romana. Il papa fugge a Gaeta. La Repubblica durerà fino al 3 luglio.
Carlo Alberto riprende la guerra contro l'Austria ma viene sconfitto definitivamente presso Novara. Abdica a favore del figlio Vittorio Emanuele II e va in esilio in Portogallo.
Le dieci giornate di Brescia. La sollevazione della città è domata dagli austriaci dopo una strenua lotta.
Mentre Ferdinando II di Borbone riprende il controllo della Sicilia, anche in Toscana fallisce la breve esperienza della Repubblica cominciata in gennaio.
La Repubblica romana cede alla superiorità militare delle truppe francesi accorse in aiuto al papa ed è costretta alla resa.
Anche Venezia si arrende, piegata dalla mancanza di viveri e dall'infuriare del colera