Inizia la Seconda Guerra di Indipendenza. L'Austria, provocata dalla sfacciata politica di riarmo del governo sabaudo, dichiara guerra al Piemonte e le truppe asburgiche varcano il Ticino. Onorando gli accordi di Plombières stipulati pochi mesi prima, la Francia interviene in aiuto al Piemonte.
Un'insurrezione pacifica a Firenze depone il granduca. Si forma un governo provvisorio che chiede a Vittorio Emanuele II di assumere la dittatura della Toscana.
Il corpo di volontari dei Cacciatori delle Alpi, guidato da Garibaldi, di notte passa il Ticino ed entra in Lombardia. Offrirà un appoggio decisivo alla guerra sabauda conquistando nei giorni successivi Varese, Como, Bergamo e Brescia.
Successo delle truppe francesi e sabaude a Palestro.
La battaglia di Magenta. L'esercito franco-piemontese vittorioso avanza verso Milano, incalzando i nemici in ritirata dalla Lombardia. Le truppe austriache si ritirano nel «quadrilatero» tra Mantova, Peschiera, Verona e Legnago.
Sollevazioni a Parma, Modena, Reggio e nelle Legazioni pontificie. Con la fuga dei sovrani si insediano governi provvisori di orientamento moderato.
Le battaglie di Solferino e di San Martino. Circa 230.000 soldati si scontrano in campo aperto. Gli austriaci sono ricacciati al di là del fiume Mincio.
L'armistizio di Villafranca. Napoleone III decide di sospendere le ostilità contro l'Austria.
Si conclude la conferenza di pace di Zurigo, con la cessione ufficiale della Lombardia al Regno di Sardegna.
Plebisciti in Emilia-Romagna e in Toscana sanciscono l'annessione al Regno di Sardegna.
L'accordo franco-piemontese per la cessione alla Francia di Nizza e della Savoia viene confermato da due plebisciti.
I Mille di Garibaldi salpano da Quarto, presso Genova, alla volta del Regno delle Due Sicilie.
Lo sbarco dei Mille. Garibaldi approda a Marsala alla testa dei volontari, assumendo poco dopo la dittatura della Sicilia «nel nome di Vittorio Emanuele re d'Italia».
I garibaldini, dopo aver vinto l'esercito borbonico a Calatafimi il 15 maggio, conquistano Palermo.
La battaglia di Milazzo. L'esercito garibaldi- 1860 no, accresciuto dall'arrivo di migliaia di nuo- 1861 vi volontari, costringe le truppe borboniche a ritirarsi dalla Sicilia. Garibaldi si prepara a passare lo stretto e a sbarcare in Calabria.
A Bronte una rivolta contadina viene repressa duramente dai garibaldini al comando di Nino Bixio.
Garibaldi entra a Napoli, mentre Francesco II di Borbone si rifugia a Gaeta. La trionfale avanzata dell'esercito garibaldino, che non nasconde di puntare su Roma, sembra inarrestabile.
L'esercito piemontese varca il confine con lo Stato Pontificio, sconfigge le truppe del papa a Castelfidardo e si dirige verso sud.
La battaglia del Volturno. Le truppe garibaldine ottengono la vittoria decisiva sull'esercito borbonico.
L'incontro di Teano. Garibaldi riconosce la sovranità del re sulle province conquistate e rinuncia a proseguire la sua spedizione.
I plebisciti nel Regno delle Due Sicilie, in Umbria e nelle Marche approvano a larga maggioranza l'annessione al Regno di Sardegna.
Vittorio Emanuele II fa il suo ingresso a Napoli. Garibaldi sfila con il re per le vie della città, poi si ritira a Caprera. L’esercito garibaldino, ormai forte di almeno 40.000 volontari, verrà sciolto di lì a poco. Il 13 febbraio la monarchia borbonica firmerà la resa a Gaeta.
Proclamazione del Regno d'Italia. Vittorio Emanuele II è acclamato «Re d'Italia» dal primo Parlamento italiano, eletto il 27 gennaio con le prime elezioni politiche dell'Italia unita. In quell'occasione è abilitato all'esercizio del voto l'1,9% della popolazione e vota il 57,2% degli aventi diritto.
Cavour forma il primo governo del Regno d'Italia. Morirà improvvisamente il 6 giugno.