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1991-2011

L'epilogo

Quella che fu definita Tangentopoli segnò la dissoluzione improvvisa del sistema dei partiti che aveva governato la Prima Repubblica. A sinistra, fu significativa la sparizione pressoché totale di un partito con una lunghissima tradizione storica come il PSI (precipitato dal 13,6% alle elezioni del 1992 al 2,2% di quelle del 1994). A ciò si aggiunse la spaccatura, già consumatasi, del vecchio universo del comunismo italiano. Al centro il terremoto fu ancora più clamoroso e comportò la dissoluzione della DC: alle elezioni politiche del 1992 il partito aveva ottenuto ancora il 29,7%; alle successive, nel 1994, non erano presenti liste democristiane! Nell'area elettorale e politica che era stata della DC sorsero nuovi movimenti e nuove sigle: il Partito Popolare Italiano (PPI); il Centro Cristiano Democratico (CCD) e il Centro democratico unitario (CDU). Oltre alla sinistra e al centro, questi cambiamenti riguardarono anche tutta l'area della destra, con la trasformazione del Movimento Sociale Italiano in Alleanza Nazionale (22 gennaio 1994) e la definizione di un nuovo programma politico e ideologico. Particolarmente vistoso fu il fenomeno legato alla nascita di Forza Italia. A costruire questo partito con stupefacente rapidità fu Silvio Berlusconi, proprietario della Fininvest (il più grande gruppo editoriale e televisivo italiano). Fondato nel gennaio del 1994, dopo poco più di un mese, alle elezioni politiche del 27 marzo, ottenne più di 8 milioni di voti (il 21%), 155 deputati e 56 senatori. Così come vistoso fu il successo di un altro partito nuovo, nato al di fuori del sistema politico della Prima Repubblica, la Lega Nord fondata da Umberto Bossi che, con parole d'ordine improntate al federalismo, riuscì a radicarsi nelle zone più ricche del Paese, estendendosi in tutto il Nord Italia. A questi cambiamenti politici corrisposero significative novità anche negli assetti della società italiana. All'inizio degli anni novanta, infatti, si delineò in tutta la sua imponenza anche un altro fenomeno inedito nella nostra storia: l'immigrazione straniera. Già nel 1993, un primo censimento indicava in circa un milione e mezzo gli immigrati allora presenti in Italia. Particolarmente dolorose furono, in questi anni, le ferite inferte al paese da una mafia sempre più assetata di potere che cominciò allora a operare come un vero e proprio esercito di occupazione in lotta contro lo Stato. Furono assassinati così due magistrati-simbolo della lotta alla criminalità, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, trucidati rispettivamente il 23 maggio e il 19 luglio 1992. Complessivamente si tratta di un periodo in cui è evidente l'orientamento della società italiana verso orizzonti privati, coerenti con un nuovo pionierismo imprenditoriale fondato sulla iniziativa individuale. I problemi della legalità, dell'integrazione e della regolarizzazione di importanti flussi di migranti e della moralità del mondo politico sono al centro di un intenso dibattito pubblico. Di fronte a nuovi scenari internazionali e a catastrofi naturali che ancora una volta toccano il Paese, si evidenziano intanto le nuove figure dei volontari che indossano la divisa per prendere parte ad azioni di peacekeeping e che si mettono al servizio della collettività anche nelle strutture di soccorso.