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1922-1939

Il Tribunale speciale (1926-1943)

Il Tribunale speciale per la difesa dello Stato è posto al vertice della piramide repressiva costruita dal regime fascista. La legge che lo istituisce, nel novembre del 1926, reintroduce la pena di morte - abolita nel 1889 - per coloro che attentino alla vita di Mussolini o dei regnanti e contro chi cospiri contro l'indipendenza e l'unità nazionale o sveli segreti militari. Altri reati puniti con la pena capitale sono quelli di strage, scatenamento della guerra civile e insurrezione contro i poteri dello Stato. Pene detentive da 1 a 30 anni sono invece previste per le attività politiche antifasciste, tra le quali la ricostituzione di organismi politici contrari al regime e la propaganda «dannosa per il credito e il prestigio dello Stato». A presiedere il Tribunale speciale è un ufficiale delle forze armate o della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, affiancato da un collegio di cinque giudici, appartenenti alla Milizia e aventi almeno il grado di console, e da un relatore, sempre proveniente dai ranghi della magistratura militare. Le sentenze sono inappellabili. Per composizione, competenze (limitate ai più gravi delitti contro la personalità dello Stato) e collocazione territoriale (è unico per tutto il regno e risiede a Roma) il Tribunale speciale si rivela una macchina giudiziaria straordinariamente efficace. Tra il 1926 e il 1943, data della sua soppressione, sono deferiti al Tribunale speciale 15.806 antifascisti, dei quali 891 donne, a fronte dei 12.330 inviati al confino (145 donne) e dei 160.000 «ammoniti» o sottoposti a «vigilanza speciale». Quelli effettivamente processati dal Tribunale speciale sono 5.620 (124 donne), di cui 4.596 condannati. L'universo dei processati e dei condannati ci restituisce il profilo politico e sociale dell'antifascismo militante durante il Ventennio; è possibile infatti individuarne l'appartenenza politica (tre quarti sono comunisti) e la collocazione di classe: oltre l'80% sono operai, ma sono rappresentati anche in misura minore contadini, professionisti, commercianti, impiegati, studenti e casalinghe