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1961-1990

Mafia e antimafia (1980-1994)

Tra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta la criminalità organizzata dilaga anche in zone del Sud che in precedenza sembravano immuni al fenomeno. È un periodo di feroci scontri intestini, ma è soprattutto il momento che segna l'inizio dell'offensiva mafiosa contro poliziotti, magistrati e uomini politici. In particolare a Palermo, dove vengono uccisi il 6 gennaio del 1980 il democristiano Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, il 30 aprile del 1982 il segretario del PCI siciliano Pio La Torre e quattro mesi dopo, il 3 settembre, con la moglie, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, giunto nel capoluogo siciliano con poteri eccezionali per combattere la mafia. L'offensiva mafiosa incontra una robusta risposta statale: otto giorni dopo l'omicidio Dalla Chiesa la legge La Torre istituisce il reato di associazione mafiosa, e nei mesi successivi vengono creati la Commissione parlamentare antimafia e il cosiddetto pool antimafia, a cui prendono parte anche i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e al quale si deve l'istruzione del Maxiprocesso apertosi a Palermo il 10 febbraio del 1986, che si conclude nel dicembre dell'anno successivo. Le pene prevedono 19 ergastoli e un totale di oltre 2.500 anni di reclusione. Mentre viene istituita, il 26 ottobre del 1991, la Divisione Nazionale Antimafia (DNA), alla quale è affiancata la Divisione investigativa antimafia (DIA), il tentativo della mafia di vanificare le condanne sfocia nell'assassinio, il 12 marzo del 1992, nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche, del deputato DC Salvo Lima. In seguito all'omicidio emergono inquietanti rapporti fra criminalità organizzata e politica. Seguono gli assassini clamorosi di Capaci, dove viene ucciso Giovanni Falcone con la moglie e tre uomini della scorta il 23 maggio del 1992, e di via D'Amelio, dove il 19 luglio dello stesso anno Paolo Borsellino trova la morte insieme a cinque agenti della scorta. Il 6 agosto il Senato approva nuove misure per la lotta alla mafia, tra cui il 41 bis, il cosiddetto carcere duro, e nel gennaio dell'anno successivo viene arrestato a Palermo Totò Riina, latitante da oltre vent'anni. Inizia a questo punto l'offensiva stragista delle cosche: dopo il fallito attentato a Maurizio Costanzo a Roma, la coscienza pubblica degli italiani è scossa dagli attentati di Firenze, tra il 26 e il 27 maggio del 1993, di Milano (27 luglio) e di Roma (28 luglio). In totale sono dieci i morti, 95 i feriti e danni enormi al patrimonio artistico e religioso. Seguiranno, l'anno successivo, il fallito attentato allo stadio Olimpico (23 gennaio) e al pentito Totuccio Contorno a Formello (14 aprile). Termina l'offensiva stragista.