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1991-2011

La guerra al terrore (2001-2010)

Nel nuovo millennio la cosiddetta war on terror, promossa dagli Stati Uniti d'America fin dal 2001 in seguito all'attacco terroristico alle Torri Gemelle, vede la partecipazione dell'Italia, segnata dal costante dibattito intorno all'articolo 11 della Costituzione («L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo»). Alla presenza dell'esercito italiano in Afghanistan a partire dal 2001 si aggiunge la Missione Antica Babilonia in Iraq, iniziata nel luglio del 2003 e terminata nel novembre del 2006, che vede nell'episodio di Nassiriya, dove il 12 novembre dello stesso anno un'autobomba nel quartier generale italiano uccide 19 italiani (dei quali 2 civili) e 9 iracheni, l'episodio che più tocca l'immaginario collettivo del paese. Inseriti in un contesto che vede del tutto ribaltate le statistiche delle guerre novecentesche, con una netta prevalenza di vittime civili rispetto a quelle militari, i due interventi italiani si contraddistinguono proprio in quanto i rari casi in cui alcuni militari perdono la vita nel corso delle operazioni suscitano grande cordoglio in patria. L'Italia è tuttora impegnata in Afghanistan.