Il nuovo millennio si apre con due episodi segnati da una massiccia partecipazione, entrambi nella capitale. Il 7 luglio del 2000 si svolge il Gay Pride, giornata dell'orgoglio omosessuale, nel corso della quale sfilano 200.000 persone, e il 19 agosto, in occasione del Giubileo, un milione di giovani partecipano alla Giornata mondiale della gioventł. Il 14 ottobre del 2001 oltre 400.000 persone manifestano contro la guerra in Afghanistan alla XIV Marcia per la pace Perugia-Assisi: il corteo, lungo 25 chilometri, č la prima imponente manifestazione contro la partecipazione italiana alla «guerra al terrore», una protesta che culmina nella manifestazione tenutasi il 15 febbraio 2003 nella capitale contro la guerra in Iraq, alla quale partecipano tre milioni di persone. Nella stessa giornata in pił di 600 cittą del mondo, sui cinque continenti, si tengono manifestazioni analoghe. Il 23 marzo 2002 tra i due e i tre milioni di manifestanti scendono in piazza a Roma per difendere l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che subordina il licenziamento a «giusta causa o giustificato motivo». Il 27 maggio 2007 si svolge a Roma il Family Day: centinaia di migliaia di persone manifestano per sostenere la famiglia tradizionale. Gli anni recenti si distinguono per un netto attenuarsi delle manifestazioni di piazza, nonostante non si arrestino le lotte per il diritto al lavoro e numerose proteste legate alle vicende dei singoli territori. Tra i fenomeni che emergono al termine del decennio, segnando una svolta nel rapporto tra italiani e dimensione pubblica, troviamo prima di tutto i «social network». Nel 2010 la protesta di ricercatori e studenti, ripercorrendo l'esperienza dell'Onda di due anni prima, ricomincia a portare centinaia di migliaia di italiani nelle piazze.