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Giuseppe Bottai
03.09.1895 - 09.01.1959
Politico e intellettuale italiano, nato a Roma, partecipa alla guerra 1915-18 negli arditi; nel 1921 si laurea in giurisprudenza ed è eletto parlamentare; tra i fondatori del Fascio di combattimento di Roma, comanderà la colonna abruzzese-marchigiana durante la marcia su Roma (1922) e sarà tra gli estensori del Manifesto futurista; nel 1923 fonda il quindicinale 'Critica fascista'; nel 1929 è ministro delle Corporazioni e dal 1930 professore di Diritto corporativo nelle università di Pisa e Roma; governatore di Roma dal 24 gennaio 1935 al 15 novembre del 1936, anno in cui diviene capo del ministero dell'Educazione Nazionale; nel 1939 promuove la fondazione dell'Istituto Centrale per il Restauro; nel 1940 fonda la rivista Primato che dirigerà fino al 1943, anno in cui viene rimosso dalla carica di ministro; poco prima della guerra, la sua posizione, ormai di fronda, comincia a costituire un punto di riferimento per gli elementi fascisti critici, specie per i più giovani; con Dino Grandi redige l'ordine del giorno del Gran Consiglio del 25 luglio, che defenestrerà Mussolini per questo nel gennaio 1944 viene condannato a morte in contumacia dal Tribunale fascista di Verona; sempre in contumacia, viene condannato all'ergastolo dall'Alta corte di giustizia di Roma nel 1945; nel frattempo, nel 1944, si arruola nella Legione straniera in cui rimarrà fino al 1948; ottunuta l'amnistia torna in Italia e nel 1953 fonda la rivista di critica politica A.B.C. (1953-59)