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Enrico Berlinguer
25.05.1922 - 11.06.1984
Politico italiano; iscrittosi al PCI nel 1943, entrò nel comitato centrale nel 1945 e dal 1949 al 1956 fu segretario della FGCI; membro della segreteria nazionale nel 1958, dopo una lunga carriera di organizzatore in seno al partito, ne divenne vicesegretario nel 1969 e segretario nel 1972, succedendo a Luigi Longo; nel 1973 avviò un "nuovo corso" della politica del partito comunista italiano, lanciando la formula del "compromesso storico". Dopo i successi elettorali del giugno 1975 e 1976, la sua politica produsse il risultato storico di far entrare il partito nella maggioranza di "solidarietà nazionale", ma ebbe riflessi negativi in campo elettorale; cessata nel gennaio 1979 l'esperienza di "solidarietà nazionale", Berlinguer ribadì al XIV congresso del PCI (marzo 1979) la linea "o al governo o all'opposizione", insistendo sull'obiettivo della "terza via" e ampliando l'orizzonte del "compromesso storico"; nel novembre 1980 lanciò la proposta del governo delle sinistre, aperto ai laici e ai cattolici progressisti, ma i rapporti con il partito socialista andarono sempre più deteriorandosi; condusse poi una dura opposizione al pentapartito guidato da Craxi, specie sui decreti economici per il taglio dei punti di contingenza e per la riduzione dei meccanismi salariali della scala mobile; in campo internazionale Berlinguer fu il teorico e il maggior fautore dell'eurocomunismo, accentuando sempre più l'autonomia da Mosca, fino a condannare l'invasione dell'Afghanistan e ad affermare che la spinta propulsiva della Rivoluzione d'Ottobre si era ormai esaurita (1981); colto da malore mentre teneva un comizio a Padova nel corso della campagna per le elezioni europee, Berlinguer morì poco dopo, e la sua scomparsa rese evidente quanto intorno alla sua persona fosse venuto crescendo il consenso di molti e il rispetto di tutti