Presidente del Senato dall'8 maggio 1948 al 20 aprile 1951
Politico italiano; collaboratore dell'Avanti! e della Critica sociale, consigliere comunale a Roma e, nel 1909, deputato, si affermò come uno dei capi della corrente socialista riformista e, come tale, fu espulso dal partito al congresso di Reggio, dominato dai massimalisti (1912); diede allora vita con Bissolati al partito socialista riformista; ministro dei lavori pubblici nei gabinetti Boselli (1916-1917) e Orlando (1919), ministro della guerra con Nitti (1920), ebbe la stessa carica nell'ultimo gabinetto Giolitti del 1920- 1921; primo ministro (luglio 1921 - febbraio 1922); sconfitto alle elezioni del 1924, si ritirò a vita privata, dedicandosi a ricerche storiche sul movimento socialista e sulla più recente storia d'Italia; divenuto attivo organizzatore antifascista, capo del Comitato centrale di liberazione nazionale dopo l'8 settembre 1943, successe a Badoglio come capo del governo nel giugno 1944, dando vita a un secondo ministero nel dicembre 1944; nel giugno 1945 fu sostituito da Ferruccio Parri; eletto alla Costituente e presidente della commissione dei trattati, senatore di diritto nella prima legislatura repubblicana.