Presidente del Senato dal 5 giugno 1968 al 24 maggio 1972, dal 25 maggio 1973 al 26 giugno 1973, dal 5 luglio 1976 al 19 giugno 1979, dal 20 giugno 1979 al 30 novembre 1982.
Politico ed economista italiano; professore di storia economica (dal 1936) nell'università cattolica di Milano e dal 1955 in quella di Roma, fu eletto deputato per la democrazia cristiana alla Costituente e nelle successive legislature repubblicane; ministro del lavoro (1947-1950), dell'agricoltura (1951) e degli interni (1953) e leader della sinistra democristiana, nel luglio 1954 divenne segretario del suo partito; dopo le elezioni del 1958 formò nel luglio un gabinetto orientato verso una politica di centro-sinistra, caduto nel gennaio 1959 per l'ostilità delle correnti di destra della DC; tornato al governo nel luglio 1960, dopo la caduta del ministero Tambroni, formò un gabinetto monocolore (detto delle "convergenze parallele"), che durò in carica sino al marzo 1962, quando lo stesso Fanfani diede vita al primo governo di centro- sinistra (DC, PSDI, PRI e appoggio esterno dei socialisti del PSI), che rimase in carica fin dopo le elezioni dell'aprile 1963; ministro degli esteri nel secondo e terzo gabinetto Moro, nel settembre 1965 fu eletto presidente della 20¦ sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite; ancora ministro degli esteri nel terzo governo Moro (1966), nel giugno 1968 fu eletto presidente del senato; nominato senatore a vita da Leone (marzo 1972), nel giugno 1973 fu rieletto segretario politico della democrazia cristiana, che guidò, malgrado contrasti interni, al referendum abrogativo della legge sul divorzio (maggio 1974); le ulteriori sconfitte del partito alle elezioni regionali del 1974 e a quelle amministrative del 1975 lo costrinsero alle dimissioni, facendo ipotizzare la fine della sua carriera politica. Eletto invece presidente del Consiglio nazionale dc (1976), rinunciò alla carica perché confermato alla presidenza del senato e nel 1978 esplicò pro tempore, in seguito alle dimissioni di Leone, le funzioni di capo dello Stato fino all'assunzione dei poteri da parte del nuovo presidente della repubblica, S. Pertini. Rieletto per la quarta volta presidente del senato (1979), si dimise per formare il suo quinto governo (dicembre 1982 - agosto 1983); ancora presidente del senato dopo che il partito gli aveva preferito Cossiga quale candidato alla presidenza della repubblica (1985), nell'aprile 1987 formò per la sesta volta il governo, ma non ottenne la fiducia del parlamento, che venne sciolto dal presidente della repubblica. Fanfani rimase quindi in carica finché, dopo le elezioni anticipate di giugno, gli succedette Goria, nel cui governo ricoprì la carica di ministro dell'interno; è poi divenuto ministro del bilancio nel governo De Mita (1988)