Politico italiano, socialista e radicale, protagonista delle battaglie per il divorzio e per l'aborto; partigiano antifascista (nome di battaglia Boris), inizialmente aderì al Partito Comunista Italiano per poi uscirne nel 1956, all'indomani dei fatti d'Ungheria; si iscrisse al Partito Socialista Italiano, nelle cui fila fu eletto deputato dalla IV alla IX legislatura; nel 1970 propose, insieme al collega liberale Antonio Baslini, la legge per l'introduzione del divorzio in Italia che fu approvata dal Parlamento il 1º dicembre dello stesso anno; dopo tre anni e mezzo, il 12 maggio 1974, gli italiani si espressero a favore del divorzio nel referendum promosso dalla Democrazia Cristiana, dal mondo cattolico e dal Msi per abrogare la legge; stesso esito ebbe anche il referendum relativo alla legge sulla depenalizzazione dell'aborto, anch'essa caldeggiata da Fortuna e confermata dagli elettori il 17 maggio 1980; fu nominato ministro per le Politiche Comunitarie con delega alla Protezione civile nel V governo Fanfani e nel I governo Craxi; sempre in prima fila nelle battaglie laiche, nel 1984 si battè nel chiedere norme sulla tutela della dignità del malato e la disciplina dell'eutanasia passiva