
Politico italiano, uno dei massimi esponenti della Democrazia Cristiana; inizia la sua carriera politica nel 1948 con l'incarico di segretario provinciale della D.C. di Pesaro e con i successivi incarichi di consigliere provinciale e consigliere comunale sempre nella sua città; nel 1954 entra nella direzione della D.C.; è segretario politico dal novembre 1969 al giugno 1973; nel 1980 viene eletto presidente del Consiglio Nazionale; è ministro delle Partecipazioni Statali nel I governo Rumor; nel II governo Rumor riveste la carica di ministro per i rapporti con le Nazioni Unite; è ministro della difesa nel IV e V governo Moro; nel III, IV e V governo Andreotti è ministro degli Esteri; dal 18 ottobre 1980 al 28 giugno 1981 è Presidente del Consiglio; durante il suo governo vengono scoperti gli elenchi degli aderenti alla loggia massonica P2; il ritardo nella pubblicazione delle liste viene considerato una sua diretta responsabilità (soprattutto dal P.C.I.) per cui viene costretto a rassegnare le dimissioni; è vice presidente del consiglio nel I e II governo Craxi; nel 1989 diventa di nuovo segretario della D.C. sostituendo Ciriaco De Mita e manterrà tale carica fino al 1992; durante il periodo 1989-1992 si avvia la stretta alleanza con Craxi e Andreotti (dai giornali definita "il C.A.F."); la sua candidatura al Quirinale sfuma nel 1992 poiché non votato dalla corrente della D.C. guidata da Mario Segni; nello stesso anno, le elezioni politiche producono un calo di 5 punti per la D.C. e il famoso C.A.F. si scioglie; sempre nel 1992 scoppia il caso Tangentopoli; durante il processo Cusani, che di fatto dà il via all'inchiesta "Mani Pulite", viene chiamato a testimoniare circa i finanziamenti illeciti ricevuti in seguito all'affare Enimont e per i quali viene condannato in via definitiva a due anni e quattro mesi di detenzione