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La Seconda Guerra Mondiale

La Seconda Guerra Mondiale è combattuta su vari fronti. In Italia, ma anche in Europa e in Africa. È guerra di aggressione e di occupazione. Infine è guerra civile. La guerra moderna non è combattuta solo dagli eserciti, essa coinvolge totalmente l'intera popolazione civile. È quest'ultima a vivere le esperienze più unificanti: il terrore dei bombardamenti, le sirene d'allarme, l'attesa dentro i rifugi, il fragore delle bombe, la distruzione delle case. E poi la penuria d'ogni bene di consumo, la fame, il freddo d'inverno, le malattie senza medicine, l'occupazione straniera. Sono le caratteristiche che unificano la nostra esistenza collettiva, e che attraverso la radio coinvolgono tutti gli italiani. Il Paese esce dal conflitto, pur fra lacerazioni e contrapposizioni profonde, con un unico grande sentimento condiviso: il rifiuto della guerra, il desiderio di pace e di democrazia.


 


Comincia la guerra fascista


Il 10 giugno 1940 l'Italia dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. A fine mese le truppe fasciste attaccano sulle Alpi occidentali un esercito francese già sconfitto dai nazisti. Dopo tocca all'Inghilterra. Il confine tra Egitto e Libia è l'unico punto di contatto diretto tra inglesi e italiani. Il 13 settembre il generale Rodolfo Graziani lo attraversa, spingendosi fino a Sidi el Barrani. Ma la successiva controffensiva inglese (6 febbraio 1941) fa ripiegare gli italiani, che abbandonano l'intera Cirenaica, più volte presa e riconquistata dai due eserciti nei due anni successivi. L'attacco alla Grecia viene lanciato il 28 ottobre 1940. Le truppe italiane non riescono a forzare le difese nemiche sulle montagne del confine greco-albanese e bloccano a stento la controffensiva del piccolo esercito greco. È la prova che la forza militare del Fascismo non è autosufficiente e che le sue speranze di vittoria sono unicamente legate all'aiuto dell'alleato nazista. Nel settore etiopico, dove i tedeschi non intervengono, il 5 maggio 1941 il negus Hailé Selassié, appoggiato dalle truppe inglesi, rientra trionfalmente in Addis Abeba.


 


Cambiano le sorti della guerra
Il 22 giugno 1941 l'operazione Barbarossa segna l'attacco dei nazifascisti contro l'URSS. Nel dicembre dello stesso anno, in seguito all'attacco del Giappone, entrano in guerra anche gli Stati Uniti. Poi, tra il 1942 e il 1943, le sconfitte dell'Asse a El Alamein e a Stalingrado fanno emergere in tutta la sua drammatica realtà l'inadeguatezza italiana a sostenere uno sforzo bellico prolungato.


 


Liberatori e occupanti
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcano in Sicilia. Il 25 luglio 1943 Mussolini viene destituito e arrestato, sostituito come capo del governo da Pietro Badoglio. A distanza di poco più di un mese, il 3 settembre, a Cassibile (in Sicilia) viene firmato l'armistizio con gli anglo-americani. Il suo annuncio ufficiale, l'8 settembre, provoca il totale sfaldamento dell'esercito; senza ordini precisi, con i collegamenti saltati e i comandi in fuga, le truppe italiane sparse sui vari fronti (in Grecia, in Jugoslavia, nella Francia meridionale) vengono facilmente neutralizzate e circa 600.000 soldati e ufficiali sono catturati e internati in Germania e nei territori da essa occupati.


 


Partigiani e fascisti
In Italia, il re e Badoglio, per sfuggire ai nazisti, la sera dell'8 settembre lasciano Roma e si rifugiano a Brindisi. Pochi giorni dopo, il 21 settembre, i tedeschi pongono Mussolini a capo di un nuovo Stato esteso a tutto il Nord Italia: la Repubblica Sociale Italiana (RSI). Ai primi di settembre, truppe anglo-americane sono sbarcate nella piana di Salerno e hanno iniziato a risalire la penisola. Roma, la prima capitale europea sottratta ai nazisti, è liberata il 4 giugno 1944. Dopo la liberazione di Firenze in agosto, l'ultimo sforzo offensivo alleato si conclude il 26 ottobre: gli anglo-americani si fermano per l'inverno sulla «linea Gotica». Al Sud, a capo del governo resta fino al giugno del 1944 il maresciallo Badoglio che, il 13 ottobre 1943, ha dichiarato guerra alla Germania, ottenendo per l'Italia dagli
anglo-americani la qualifica di «cobelligerante». Al Nord, nel biennio 1943-1945, alla Repubblica di Mussolini si contrappone un forte movimento di Resistenza.


 


La liberazione
Agli inizi di aprile del 1945 comincia lo sfondamento della «linea Gotica» in un'ultima battaglia destinata a concludersi con la vittoriosa insurrezione partigiana delle città del Nord. Nei giorni intorno al 25 aprile 1945 Torino, Milano e Genova si liberano dai tedeschi. Il contemporaneo arrivo degli Alleati in tutta la Pianura Padana segna la fine dell'occupazione nazista e della Repubblica di Salò. Il 28 aprile Mussolini è catturato dai partigiani e fucilato. Il 4 maggio le forze tedesche presenti in Italia firmano l'atto di resa.